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TEST 163 – [Nodo 3 – Risonanze Temporali] Nota metrica su scala logaritmica e risonanze fenotipiche

Scopo del test
Questo test è stato concepito per indagare se il tempo informazionale custodisca al suo interno una periodicità naturale, una sorta di nota metrica di base capace di emergere sia dalla struttura pura della funzione che ne regola l’andamento, sia dalle manifestazioni fenomeniche che si osservano nei dati cosmici. L’attenzione è stata quindi rivolta a due scenari paralleli: da un lato la ricerca di un ritmo intrinseco inscritto nella profondità della metrica, analizzato nella variabile logaritmica, dall’altro l’individuazione di possibili risonanze fenotipiche che si manifestino come ricorrenze negli eventi cosmici dopo aver eliminato la componente deterministica di fondo. L’obiettivo era distinguere con chiarezza il nucleo intrametrico della periodicità, se presente, dalle sue eventuali proiezioni osservabili.

Descrizione della funzione
La funzione del tempo informazionale è stata studiata non soltanto nel suo dominio diretto, ma anche trasposta in una variabile logaritmica che permette di separare meglio le diverse fasi e di mettere in evidenza eventuali oscillazioni nascoste. In questa rappresentazione, l’andamento risulta lineare in ampi tratti, ma può sviluppare curvature significative nelle zone di raccordo, dove il comportamento non è più rigidamente monotono. È proprio in questa finestra che il test ha cercato eventuali armoniche stabili, poiché le derivate di ordine elevato diventano sensibili a piccole variazioni e possono mettere in risalto risonanze sottili. Parallelamente, la funzione è stata concepita come base di riferimento per trattare i dati osservativi: la sua componente deterministica costituisce infatti il fondo da sottrarre per isolare i residui e verificare se, al netto della tendenza globale, emergano intervalli ricorrenti con carattere di periodicità.

Metodo di analisi
L’analisi è stata articolata seguendo due canali distinti e complementari. Nel primo canale, dedicato alla metrica pura, la funzione è stata campionata nella variabile logaritmica e sono state calcolate le sue derivate fino all’ottavo ordine. Questi segnali derivativi sono stati sottoposti a strumenti di analisi armonica come la trasformata di Fourier e metodi specifici per serie brevi, con lo scopo di individuare picchi stabili ripetuti su più ordini. Perché un segnale fosse considerato autentico, non doveva soltanto emergere come massimo spettrale, ma anche replicarsi con coerenza entro margini ristretti in più derivate, senza dipendere dal passo di calcolo o dalla scelta della finestra. Nel secondo canale, rivolto alla fenomenologia, si sono presi in considerazione insiemi di eventi cosmici omogenei, i cui tempi sono stati trasformati nella stessa variabile logaritmica. Dopo aver sottratto la componente regolare della metrica, si è proceduto all’analisi dei residui con tecniche spettrali e statistiche robuste, compresi test su dati surrogati per verificare la significatività dei risultati. L’eventuale presenza di picchi stabili è stata considerata attendibile solo se replicata in più classi di eventi e con significatività elevata.

Risultati ottenuti
I risultati hanno mostrato un quadro netto: nel canale dedicato alla metrica pura non è emerso alcun picco sufficientemente stabile da poter essere interpretato come una nota metrica intrinseca. Nei tratti lineari della funzione la struttura non consente per costruzione l’insorgere di armoniche, mentre nelle zone di raccordo le variazioni riscontrate non hanno raggiunto la soglia di stabilità necessaria e si sono dimostrate sensibili alle condizioni numeriche del campionamento. In altre parole, non si è rilevata una periodicità capace di presentarsi come legge universale del tempo informazionale. Il canale dedicato ai dati osservativi, invece, non ha potuto essere applicato in questa fase poiché richiede l’integrazione di archivi reali di eventi; esso rimane quindi sospeso, pronto per essere attivato su cataloghi di gamma ray burst, fast radio burst, supernovae o altre classi di fenomeni astrofisici una volta disponibili.

Interpretazione scientifica
Questi esiti portano a una conclusione precisa e coerente: la metrica del tempo informazionale, analizzata in sé e per sé, non manifesta una periodicità universale, né a intervalli fissi né in termini di legge proporzionale. Ciò non contraddice la natura stratificata del tempo, che si esprime piuttosto come successione di curvature e pendenze, ma indica che le risonanze di lungo periodo non nascono direttamente dalla metrica pura. Esse potrebbero invece emergere quando la struttura informazionale si confronta con la realtà fenomenica, lasciando tracce ritmiche negli eventi osservabili. Il test sposta dunque la prospettiva: non più la ricerca di una frequenza nascosta in ogni fase della metrica, ma la verifica di come la metrica stessa possa organizzare i fenomeni in ricorrenze, seppur non dettate da un’oscillazione fondamentale unica.

Esito tecnico finale
Il test può essere considerato parzialmente superato. Da un lato ha dimostrato con rigore che la metrica pura non contiene una periodicità intrinseca, confermando così la sua coerenza interna; dall’altro ha lasciato aperta la porta all’analisi dei dati osservativi, che potranno rivelare risonanze fenotipiche autentiche una volta che la componente deterministica sarà stata rimossa. In questa forma, il test mantiene intatto il valore metodologico: distingue chiaramente la parte metrica da quella fenomenica, evita sovrapposizioni indebite e prepara il terreno a verifiche future. È un risultato che rafforza il rigore del Nodo 3 e che rende ancora più chiara la strada per i prossimi passi di validazione.

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